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Rossa come la passione

RECENSIONE "ROSSA COME LA PASSIONE" DI ELLA GAI

Buon pomeriggio, amici! Oggi vi lascio i miei pensieri su un racconto che ho letto questa estate e che ho trovato molto carino. Si tratta di "Rossa come la passione" di Ella Gai, il primo episodio della serie romance-erotica I colori dell'anima, di cui vi avevo già parlato prima della pausa estiva (qui la mia segnalazione).
Ringrazio l'autrice per avermi gentilmente inviato il racconto e avermi dato la possibilità di leggerlo.

Titolo: Rossa come la passione (I colori dell'anima #2)
Autore: Ella Gai
Editore: Amazon
Prezzo: € 1.99 (ebook)
Pagine: 34 p.
Genere: Racconto
Sottogenere: Romance, Erotico
Anno di pubblicazione: 2013

Trama
Gaia Hearts è una bella ragazza di venticinque anni, dal carattere solare e allegro. Si è appena laureata in marketing e progettazione e non avrebbe mai immaginato, che il primo giorno di lavoro, in una delle aziende cosmetiche più importanti d'Europa avrebbe ricevuto una "proposta particolare" dal suo capo, Stephan Barney, l'uomo che può tutto, l' uomo dai mille misteri. Riuscirà Gaia, a rinunciare a tanti anni di studi e alla sua integrità morale per accettare la proposta? Oppure, gli risponderà con un due di picche? Sarà davvero, una proposta casta quella di Stephan? Oppure, brama qualcosa di molto più forte? Perché lei, dopotutto è il colore dei suoi desideri.


Il mio voto

La mia recensione

Ci sono alcuni momenti in cui si ha voglia di leggere una storia leggera e che ci intrattenga piacevolmente senza appesantire una giornata già difficoltosa. Ecco, il racconto di Ella Gai, pseudonimo sotto cui si cela un’esordiente autrice italiana, rientra proprio in questa categoria di letture. Letto in una mezzoretta prima di andare a dormire durante un'afosa serata estiva, “Rossa come la passione”, capitolo introduttivo de “I colori dell’anima”, una serie romance-erotica incentrata sulle sfumature del sentimento, non ha disatteso le mie aspettative. Pensavo sarebbe stata una lettura gradevole e semplice, con una lieve spruzzata di romanticismo e sensualità e attraversata da toni leggeri e sfumati di rosa, e così è stato.

Gaia Hearts, la protagonista, è una venticinquenne che finalmente è riuscita a coronare uno dei suoi più grandi sogni, cioè lavorare per un’importante azienda di cosmetici conosciuta in tutta Europa. Euforica per la novità, si accinge ad affrontare nel modo più serio e professionale il suo primo giorno di lavoro. A parte qualche intoppo, tutto procede nel migliore dei modi: l’incarico che le hanno assegnato le piace, gli uffici sono comodi e lussuosi, e i colleghi di lavoro sono abbastanza simpatici e gentili. Quando, però, ad una riunione a cui partecipa insieme al suo capo, i suoi occhi incrociano quelli di Stephan Barney, tutto si complica. L’uomo, infatti, è il direttore della società cosmetica e sembra nutrire un ostentato interesse nei suoi confronti. Da parte sua, Gaia non può certo dire che il giovane non sia affascinante e non apprezzarne la bella presenza, ma si limita ad osservarlo di sfuggita, niente di più. Tuttavia, la ragazza ha colpito Stephan più di quanto possa immaginare e l’uomo, trovandosi casualmente da solo con lei, afferra l’occasione al volo per fare una proposta a Gaia, che indignata rifiuta immediatamente le sue attenzioni…
Questo racconto mi ha fatto passare una mezzoretta in allegria. Questo è il primo pregio di quest’opera. Ironico, rilassante e fresco. Questi sono i primi aggettivi che mi vengono in mente per descriverlo. L’ho letto tutto con il sorriso sulle labbra e al termine non vedevo l’ora di sapere come sarebbe proseguita la storia.
La trama è molto semplice, è vero, però ha quella effervescenza, tipica delle commedie, che ti spinge a volerne sapere di più e a voler scoprire come si evolveranno le cose per la povera protagonista. La narrazione segue la giornata di Gaia e, quindi, il lettore si ambienta insieme a lei alla nuova situazione lavorativa, alle nuove conoscenze e all’incontro con Stephan. Il racconto è breve e queste pagine fungono solo da introduzione per questa serie romance-erotica, perciò è impossibile avere davanti il quadro totale dell’opera, ma, nonostante ciò, mi sono fatta un’idea ed è positiva. 
I personaggi sono pochi, ma tutti delineati con caratteristiche precise, quindi non si fa confusione e si inquadrano subito. Gaia, ovviamente, è il carattere che viene analizzato maggiormente ed è una figura che ho apprezzato molto. È una ragazza giovane intelligente e schietta, timida ma determinata, ambiziosa ma non per questo sfrontata, anzi è riservata e tranquilla. Mi è piaciuta davvero tanto e rappresenta sicuramente un punto di forza del racconto; avere una protagonista che risulti simpatica al lettore è un fattore enormemente positivo. Stephan, invece, non sono ancora riuscita bene ad inquadrarlo perché compare solo nelle ultime pagine e c’è poco materiale su cui basare un’opinione; è sicuramente un bell’uomo elegante e intraprendente, a cui piace prendere quello che vuole senza problemi, ma durante la lettura ho avuto l’impressione che non fosse solo questo e che il suo carattere fosse ancora tutto da svelare. Di certo, però, non è timido!
La parte romantica e sensuale qui è appena accennata, ma comunque ogni riferimento è trattato in modo molto elegante e spontaneo, mai volgarmente. Al centro dell’intreccio c’è il rosso, metafora della passione che Gaia scatena nell’animo di Stephan, una particolarità che ho trovato interessante e che dona quel tocco di profondità in più al racconto. Il sentimento e la sensualità in questo primo capitolo sono solo un’allusione, si concentra tutto nella fatidica proposta, ed è un fattore che ho apprezzato. Ci sarà tempo nei capitoli seguenti per approfondire l’aspetto romance-erotico dell’intreccio, mentre in questa parte viene descritta soprattutto la protagonista e la sua visione del nuovo lavoro, di ciò che la circonda e delle esperienze che si trova a vivere. 
L’unica nota dolente del racconto, a mio parere, è da riscontrarsi nella forma. Preciso che lo stile dell’autrice è molto piacevole e coinvolgente, non mi sono mai annoiata durante la lettura, e il suo modo diretto di presentare le situazioni ha reso la narrazione sempre vivace e informale, molto vicina alla realtà e alla quotidianità, tanto che per tutto il tempo mi è sembrato di ascoltare il resoconto della giornata di un’amica. La pecca sta nella mancanza di un editing migliore e più accurato. Il racconto è autopubblicato e sono consapevole che refusi e sbavature sono più che comprensibili, soprattutto trattandosi di un'opera d’esordio, e infatti non mi soffermo mai troppo su questo aspetto perché capisco benissimo la difficoltà di editare un lavoro autonomamente e sono la prima a dare più importanza ai contenuti che alla confezione quando si tratta di autopubblicazioni, ma una lettura e una revisione più approfondite e attente avrebbero giovato moltissimo a questa storia che, con alcune correzioni, avrebbe acquisito una gradevolezza maggiore e si sarebbe reso appetibile anche verso quei lettori più esigenti.
Rossa come la passione” è un piacevole racconto rosa che a me è piaciuto e che ho veramente gustato mentre passavo qualche momento di relax, una storia romantica condita da un pizzico di pepe che consiglio a chi vuole una lettura stuzzicante, garbata e graziosa.

                                                                                                                                                  Monia Iori


Un libro due pareri (o tre ^^) #2

RECENSIONE "GLI INGANNI DI LOCKE LAMORA" DI SCOTT LYNCH

Salve a tutti, cari lettori del blog! Oggi torna, dopo qualche tempo, questo carinissimo appuntamento dove Vale, Serena ed io recensiamo a sei mani un libro che abbiamo letto in concomitanza. 

Un libro due pareri (o tre ^^) è una rubrica ideata da Serena e Vale, a cui mi sono unita anche io, e prevede la lettura di un libro in concomitanza e la relativa recensione a sei mani.

La scelta stavolta è ricaduta su un fantasy particolarissimo, "Gli inganni di Locke Lamora" di Scott Lynch, e tutte e tre siamo soddisfatte della lettura, anzi ci siamo veramente innamorate di questa saga, quindi è ovvio che vi consigliamo caldamente di leggere questo primo volume. Comunque, se volete saperne di più, date un'occhiata alla nostra recensione...sono certa che riusciremo a convincervi!

Titolo: Gli inganni di Locke Lamora
Titolo originale: The Lies of Locke Lamora
Autore: Scott Linch
Editore: Nord
Collana: Narrativa Nord
ISBN: 9788842914822
Pagine: 605 p.
Prezzo: € 19.60
Genere: Romanzo
Sottogenere: Fantasy
Anno di pubblicazione: 2007

Trama
Piccolo di statura, deboluccio e un po' imbranato con la spada, Locke Lamora ha però un grande punto di forza: nessuno lo può battere quanto ad astuzia e abilità truffaldina. E benché sia vero che ruba ai ricchi nessun povero ha mai visto un soldo bucato dei suoi furti. Tutto ciò su cui mette le mani lo tiene per sé e per i Bastardi Galantuomini, la sua banda. A suo modo, Locke è il re di Camorr, una città che sembra nata dall'acqua, ornata di migliaia di ponti e di sontuosi palazzi barocchi e popolata da mercanti, soldati, accattoni e, ovviamente, ladri. In realtà, Camorr è il dominio di Capa Barsavi, perversa mente criminale, che da qualche tempo è impegnato in una lotta senza quartiere con il Re Grigio, altro personaggio decisamente poco raccomandabile. Impiccione per natura, Locke si ritrova suo malgrado in mezzo a questo scontro di titani e rischia di lasciarci le penne. Anche perché il suo misterioso passato nasconde un segreto che può mettere in pericolo l'intera nazione camorrana...

Il nostro voto

La nostra recensione

Leggenda: dal momento che siamo in tre e la recensione è il frutto dell'accorpamento dei nostri singoli pareri, Serena ha avuto la brillante idea di evidenziare le parti di ognuna con un colore diverso per evitare confusione e permettere di capire meglio i nostri punti di vista a chi legge.
Rosa=Monia - Blu=Vale - Nero=Serena

~*~

Geniale! È in questo modo che voglio esordire parlando de “Gli inganni di Locke Lamora”, primo libro di una serie fantasy originale e coinvolgente di cui non vedo l’ora di leggere i seguiti. Non ci sono altri termini che, a mio parere, descrivano altrettanto perfettamente la storia architettata dalla mente fantasiosa e sottile di Scott Lynch. Trama, ambientazione, intreccio, personaggi e dialoghi, tutti questi elementi sono assolutamente e ugualmente punti di forza di un romanzo che mi ha conquistata e affascinata in tantissimi modi. In verità, quando ho iniziato a leggerlo, non mi sono lasciata trasportare subito all’interno delle vicende narrate e, per quanto lo ritenessi veramente molto bello, non avrei mai immaginato che sarebbe diventato uno di quei libri che assumono il ruolo di amico e compagnia insostituibile, una di quelle storie che non avrebbe più abbandonato il mio cuore. E, invece, contrariamente alle mie ipotesi, è andata esattamente così e adesso mi sento un po’ sola senza i Bastardi Galantuomini.
Gli inganni di Locke Lamora è, pare, il primo di sette libri. Fortunatamente (almeno per il primo è così) l’avventura ha inizio e una conclusione. Quindi niente attacchi di panico da sequel introvabile.
Ho davvero adorato questo libro e io, che di fantasy ne leggo a bizzeffe,trovo sempre più arduo avere a che fare con storie davvero originali. Questa lo è. La lettura mi ha fatto provare una girandola di sentimenti tutti diversi,sono letteralmente passata dal sorriso alle lacrime..ho tifato per loro, ho sofferto per loro e con loro, ho temuto per loro..li ho amati.
[In cui blatero della mia vita e di come sia difficile resistere alla cioccolata. La “vera” recensione inizia un po’ più giù :D]
Ho scoperto il libro secoli fa grazie a recensioni che ogni tanto comparivano su aNobii.. Non credo di averne letta una negativa, il rating partiva da quattro stelle e l’opera e relativo autore erano tacciati di genialità, humour e ulteriore genialità. 
Ma poi mi si è presentato il dilemma: come ottenerlo, visto che era fuori catalogo?! 
**Momento lamentoso mode: ON. È mai possibile che i BEI libri finiscano inesorabilmente fuori catalogo? Ma perchééééééé!!**
Niente, la cosa è un po’ morta così, fino a che un giorno passeggiando l’ho trovato nuovo, immacolato e stupendamente perfetto a tre euro su una bancarella
La gioia pura!!!!
Tutti felici e contenti, viva l’Happily ever after, auguri ai figli maschi e via discorrendo.. non avevo fatto i conti con il nemico più temibile e insidioso.. La mia pigrizia e l’ansia dei libri che superino un numero ridicolo di pagine (la supererò mai?! C’è una cura?! Si salvi chi può).
Sono dovuti intervenire il fato e la divina provvidenza e Scott Lynch in persona: a ottobre uscirà il sospirato, attesissimo, lungamente ricercato III volume della saga. Che tralaltro già possiedo (grazie Netgalley :3 I owe you one!)
Posso solo dire.. Non lasciate che motivi futili come lo sono stati i miei vi tengano lontani da questo gioiellino trascurato e sottovalutato.. Io amo amo amo amo amo amo amo amo amo amo amo amo amo amo amo (ripetere X volte) Locke Lamora, i Bastardi Gentiluomini e soprattutto Scott Lynch (gli ho anche scritto su Twitter il mio amore :DD);
Scott Lynch had me at hello <3
È un’opera prima.. E so che TANTISSIMi autori hanno dato prova di saper scrivere un libro meraviglioso al loro esordio (Serve a qualcosa citare la Rowling?!), ma è una cosa che a me sorprende molto e che fa salire i punti stima oltre le stelle!

La trama di questo libro è molto complessa e decisamente sorprendente. La narrazione comprende vicende del presente e del passato, alternando parti in cui si segue la crescita del protagonista e della sua banda e parti in cui si viene coinvolti nelle imprese divertenti e geniali di questo gruppo di uomini dotati di iniziativa e intelligenza unici. Un espediente perfetto per far emergere al meglio le personalità che si incontrano a mano a mano che si procede con la lettura e per mostrare, invece di spiegare (modalità che avrebbe annoiato), alcune situazioni e alcuni fatti importanti per lo sviluppo della traccia di base. Tanti gli intrecci e gli intrighi che l’autore ha inserito nel suo schema narrativo e ancora di più i personaggi che popolano questa storia, unica nel suo genere.
Locke Lamora è un uomo molto intelligente che fa parte di una banda di ladri veramente particolare: i cosiddetti Bastardi Galantuomini. Orfano dei genitori e dotato di uno spiccato talento per i furti e le messinscene, ancora bambino e dopo alcune peripezie, approda nella Casa di Perelandro, dove il finto sacerdote Catena lo prende sotto la sua ala protettiva e lo istruisce ed educa insieme ad altri tre ragazzi che diverranno suoi amici per la pelle: il forte e posato Jean Tannen, e Calo e Galdo, gli irriverenti e vivaci gemelli Sanza. Qui, tutti insieme, imparano numerose arti e lingue, studiano la storia e arricchiscono la loro cultura, ma in particolare eseguono il loro apprendistato per diventare dei ladri provetti. Non semplici ladruncoli di strada violenti e impulsivi, ma dei veri e propri attori in grado di mettere a segno dei colpi da maestro grazie a travestimenti perfetti capaci di far cadere nella loro rete i più ricchi abitanti di Camorr, la città in cui vivono. Sono colti, sono furbi, sono intelligenti e la loro bravura produce una breccia nella Pace di Camorr tenuta a bada da Capa Barsavi, il re della malavita. Tutti sussurrano voci sulla Spina di Camorr, l’uomo in grado di rubare fortune incommensurabili senza esporsi mai, ma nessuno sa chi è, e il gioco portato avanti dai Bastardi Galantuomini non potrebbe rivelarsi migliore. Ma, ad un certo punto, entra in scena il Re Grigio che vuole impadronirsi del potere di Capa Barsavi e il quadro si complica, sfaldandosi sotto gli occhi impotenti di Locke, che per tirarsene fuori dovrà architettare il suo piano migliore…
Locke all’apparenza è piuttosto insignificante, è bruttino e, per di più, piuttosto gracilino, forse per compensare la mancanza di un fisico adeguato, la natura l’ha dotato di un ingegno senza pari, che le permette, già da bambino, d’intrufolarsi in mezzo agli orfani che il Forgialadri recluta per addestrarli e usarli come ladri di strada, i cosiddetti: “accarezza tasche”..ed è così che Locke inizierà quella che sarà la sua carriera per tutta la vita. 
Come ho già detto,dotato di una intelligenza e un acume fuori dal comune, finisce sempre, però, per esagerare, tanto che il Forgialadri decide di disfarsene e lo vende a Padre Catena, sacerdote dell’ordine di Perelandro il misericordioso, per farne suo iniziato. In realtà Padre Catena serve tutt’altro dio: il Tredicesimo senza nome, il Disonesto Tutore, il benefattore. Ovvero il dio dei ladri. 
Insieme a lui saranno istruiti anche i due Gemelli Calo e Galdo Sanza e infine Jean Tannen. La storia si snoda tra presente: i nostri ladri sono cresciuti e si apprestano a preparare un colpo, e passato dove si narra della loro formazione presso Padre Catena che li porterà a diventare i più grandi ladri della città, i Bastardi Galantuomini ovvero i più grandi truffatori di tutta Camorr..e Locke sarà meglio conosciuto come “la spina di Camorr”. 
So che il furto, il raggiro e la truffa sono azioni degne di biasimo e non di lode, ma la filosofia dei Bastardi Galantuomini e quella di alleggerire le tasche dei ricchi, in barba alla pace segreta stipulata tra il duca di Camorr e il capo della criminalità Il Capa Barsavi, che prevedeva una sorta di “vivi e lascia vivere” a patto che i ladri non toccassero la nobiltà. 
Locke e i suoi compiono invece imprese di un altro genere, non furti con scasso o da topi d’appartamento, ma raggiri in grande stile, vere e proprie messe in scena, degne di un regista, tutte organizzate magistralmente dalla mente di Locke e realizzate grazie alla loro preparazione. E pur fingendo di sottostare al capa e alla pace segreta, mantenendo sempre il profilo basso, sono riusciti ad accumulare tanta di quelle ricchezza da non sapere neanche cosa farne
Ma non immaginiamo Locke come un Robin Hood…Locke non ruba per dare ai poveri, o per aiutare qualcuno, men che mai ruba per se stesso, per sfoggiare la ricchezza o vivere nell’agio..no lui ruba perché si diverte!!
Ma le menzogne si sa hanno le gambe corte e spesso più la storia diventa complessa , più ci si arrotola nelle bugie, fino a che queste ci stringono un cappio intorno al collo.. specie quando il re grigio si mette sui loro passi.
La trama è di quelle che io amo: ladri, astuzie, inganni, situazioni limite e modi geniali per uscirne. Avventura a ritmo serrato, la possibilità di annoiarsi è praticamente inesistente!
La storia si sviluppa su due piani: l’adesso e il “prima”, ovvero quando Locke (e compari) sono adulti e Bastardi Gentiluomini perfettamente formati e quando invece sono bambini/ragazzi all’inizio del loro percorso “formativo”, se si può chiamarlo così. Si passa dall’una all’altra senza confusione (tranne forse nelle prime venti pagine :D) e sono decisamente complementari.. sebbene seguire un Locke adulto abbia la sua dose di fascino (e che fascino!), ho adorato anche la parte dell’antefatto, anche perché Padre Catena è un mito, c’è poco da discutere!
Scott come molti altri autori è piuttosto sadico in certi momenti nei confronti dei suoi lettori affezionati, ma l’aver letto la trama del secondo libro (e se è per questo, anche del terzo XD) mi ha levato l’effetto sorpresa su alcuni avvenimenti.. Quindi se in alcuni punti volete rimanerci male al 100%, NON leggete la trama del secondo libro!! (ok, mi rendo conto che sia un avvertimento privo di senso.. quale persona sana di mente leggerebbe la trama di un libro senza aver prima finito il precedente?! ECCOMI XD)
Ci sono a dir la verità alcune domande che non hanno trovato risposta nelle 605 pagine del romanzo.. Ma mi sono detta che –diamine!- la serie è pensata come formata da ben sette volumi.. Ho tempo per le risposte! (Un po’ come mio fratello che dopo aver visto il primo film di HP <spoiler>Sì, solo il film. I libri per lui sono tabù, ma almeno ha riconosciuto la genialità della Rowling.. I geni della lettura fortunatamente sono passati tutti a me!</spoiler> mi ha chiesto perché Voldemort volesse uccidere Harry.. :D)
Sono super fiduciosa che queste questioni saranno risolte al più presto.. Ed ecco perché inizierò il secondo volume il prima possibile! :3 Locke, wait for me!!

Cos'è che sopra ogni cosa rende questo libro meraviglioso? I personaggi imperfetti e umani che Scott Lynch è riuscito a creare con la sua mano da maestro. Caratterizzati in maniera eccelsa e resi profondi da mille sfaccettature che li rendono reali, i protagonisti di questa storia sono tra i migliori che io abbia mai incontrato nella mia vita di lettrice. Locke è il genio fatto persona, ha una mente brillante e la furbizia come arma fedele, ma è anche leale verso i suoi compagni, attento e gentile, mai disonesto con la sua famiglia acquisita; non è un super uomo, anzi fisicamente è normalissimo e innocuo, passa decisamente inosservato, ma possiede un’intelligenza rara che gli permette di spiccare su tutti e di affermarsi come miglior ladro di Camorr. Adoro Jean e Catena, due personaggi veramente splendidi, ricchi sorprese, e come rimanere indifferenti a Cimice, che fa di tutto per essere all’altezza dei suoi amici? Ogni personaggio di questa storia è curato meravigliosamente e anche i secondari risultano essere figure solide e di carattere che non rimangono macchie sullo sfondo, ma prendono vita naturalmente sotto gli occhi del lettore.
I personaggi sono magnifici, come ho già detto all’apparenza Locke non è nulla di particolare,non fosse per il suo “talento” alla menzogna e alla teatralità. Pur essendo un ladro, ha una sua onestà,ama come fratelli i suoi compagni ed è questo l’aspetto che più mi ha toccato nel libro, la loro unione il loro essere una famiglia. Calo e Galdo i due gemelli, con la loro sagacia e ironia, sono abili nel barare e nel raggiro, Jean con il suo particolare carattere non si separa mai dalle sue asce, le sorelle malefiche, ed abile negli scontri. E poi c’è Cimice..la nuova recluta..
I personaggi sono indubbiamente uno dei punti di forza del romanzo: vorrei essere nata a Camorr e che la poligamia femminile esistesse :( 
Primo fra tutti Locke Lamora. Esile e gracilino, sicuramente non spicca e non si fa amare per il suo lato fisico.. Basta con questi personaggi solo muscoli! Io darei mille –umm, diciamo Brad Pitt- per un Locke u.u
È astuto, è in gamba, è disonesto e non ruba ai ricchi per dare ai poveri. Ruba per il puro piacere di rubare, eh eh eh! :D
Ma soprattutto è una delle persone più leali che io abbia mai avuto il piacere di incontrare come personaggio fittizio. Per lealtà intendo il suo spirito di squadra, il suo essere pronto a sacrificarsi per i compagni, la sete di vendetta che lo assale quando uno dei Bastardi Gentiluomini ha subito un torto. 
Ecco la cosa che più mi ha colpito nel libro e che mi ha sorpreso oltre ogni previsione: non so perché, ma tutto mi sarei aspettata da questo libro tranne che un senso di amicizia e di fratellanza così profondo. In certe pagine mi ha quasi commosso, giuro! Sospetto sia per il fatto che ho fatto l’associazione ladro = uomo privo di scrupoli.. aaaah, quanto mi sbagliavo! Non avrei potuto allontanarmi di più dalla realtà, davvero.
Questa caratteristica accomuna anche gli altri Bastardi Gentiluomini: Calo, Galdo, Cimice e Jean. Un gruppo di amici stretti tale da essere quasi fratelli :’)
Mi sono commossa quando Locke e Jean piangono, davvero :’)
Jean è un grande amico e complementare a Locke: li dove Locke è piccolo e mingherlino, lui è grande e grosso; dove Locke è debole nella difesa, lui è un’arma per uccidere, ferire, combattere; lì dove Locke è la mente, Jean è senza ombra di dubbio il braccio. E insieme fanno scintille, davvero! Una coppia così ben assortita che.. WOW!!
Calo e Galdo, i gemelli, mi hanno fatto schiattare dalle risate.. Meravigliosi, come solo due gemelli combina-guai sanno essere! Carinissimo poi il modo in cui accolgono Locke bambino.. 
Cimice.. Coccolo lui!! <spoiler>Ammetto di essermi aspettata un suo tradimento in corso d’opera.. Il mio sesto senso sta decisamente perdendo colpi!</spoiler> Mi è super piaciuto! 
Padre Catena.. IO HO AMATO PADRE CATENA!!! È colui che –sotto le spoglie di un prete cieco di Perelandro, il Disonesto Tutore (UN NOME, UN PROGRAMMA!!) - trova, plasma e segue i Bastardi Gentiluomini. Mi ha fatto morire dal ridere ma mi ha anche fatto super tenerezza, non so bene perché.. Non è proprio quello che si può definire un’affettuosa figura paterna per i Bastardi Gentiluomini.. Ma li cresce e gli insegna tutto ciò che può essergli utile in futuro: come comportarsi nelle più sfaccettate situazioni, come fregare il prossimo, come diventare esseri camaleontici e come fingere di essere semplici ladruncoli di ultima categoria. 
Spero vivamente che sia presente anche nel secondo volume, mi mancherebbe ç_ç
C’è Sabetha, che formalmente fa parte della lega dei Bastardi Galantuomini.. Appare poco e viene solo nominata e temo/spero che abbia un ruolo centrale nei prossimi volumi.. Io la odio, perché Locke la ama e secondo me le ha spezzato il cuore.. :DD
Menzione particolare al Ragno di Camorr. Non posso dire nulla per non fare spoiler clamorosi ma.. IO TI STIMO! AHAHAHAHAHAHAH! Mi ha fatto un sacco ridere, davvero!
Una cosa che mi è davvero piaciuta di tutti i personaggi, i buoni, i cattivi, i protagonisti o quelli di contorno è il loro essere umani. Non umani come contrapposto a elfi, animali e via discorrendo.. Intendo dire che non sono macchinette perfette senza difetti, anzi, ne hanno a tonnellate! Li amo tutti, davvero!

Il romanzo è corposo, ma non fatevi spaventare dalla lunghezza del testo perché una volta entrati nel mondo dei Bastardi Galantuomini niente riuscirà a distrarvi dalle loro rocambolesche avventure e disavventure. Ammetto che inizialmente non mi sono abituata subito alla storia perché l’ambientazione nuova e particolare, originalissima, affascinante e strana, mi deconcentrava e mi faceva perdere il filo del discorso; bisogna stare molto attenti, infatti, nelle parti descrittive perché il libro è pieno zeppo di nomi di città, zone e cose sconosciute che, se non si assimilano bene, possono causare un calo di attenzione e la nascita di una confusione riguardo ai luoghi che ci vengono presentati sin nel minimo dettaglio e con un’immaginazione lodevole e senza freni. 
Lo stile di Lynch è dettagliato ma non tedia, anzi scorre via velocemente e riesce a dare un quadro totale delle varie situazioni in cui si trovano coinvolti i protagonisti. La narrazione è in terza persona e non sempre segue il punto di vista di Locke, ma anche quello di altri personaggi principali o secondari, così spesso il lettore si trova a sapere cose che i Bastardi Galantuomini ancora non sanno e a trovarsi con il battito a mille in attesa di vedere come se la caveranno stavolta e quali piani dovranno progettare per scampare alla sorte peggiore. Non nego di essere stata deliziata dagli intrighi e dalle bugie pensate da Locke e dal suo modo elegante di gestire i furti a discapito delle famiglie signorili. Sì, è vero, i protagonisti di questa storia sono ladri ed è scorretto simpatizzare con persone che rubano agli altri e non svolgono un mestiere onesto, ma quando si tratta dei Bastardi Galantuomini si può fare un’eccezione perché fanno passare le loro gesta quasi come semplici passatempi e non come enormi truffe. Insomma, vederli all’opera è come guardare una recita spassosa e divertente e non si può non tifare per loro, per quanto sbagliato sia il comportamento che adottano. 
Elemento imbattibile del romanzo sono i dialoghi. Brillanti, sagaci, irriverenti, divertenti, intelligenti…è stato un vero e proprio piacere leggere le battute che uscivano dalle bocche dei personaggi. Spesso aspettavo di sapere che cosa avrebbero detto Locke o Jean o Catena di una determinata situazione e mai sono rimasta delusa dalle loro chiacchiere, sempre utili e funzionali alla trama ma anche ricche di quotidianità e leggerezza.
L’originalità e il valore di questo libro sono indiscutibili e posso affermare con certezza di reputarlo uno dei migliori nel panorama fantasy. La lettura è stata piacevole e appassionante e ho amato questa storia dall’inizio alla fine, nonostante alcuni colpi di scena duri da digerire e alcune situazioni che non si sono risolte come avevo sperato, ma si sa…gli scrittori bravi come Lynch si divertono ad essere cattivelli! Consiglio “Gli inganni di Locke Lamora”??? Assolutamente sì. A tutti. Ai lettori che amano il fantasy, a coloro che adorano le storie inconsuete e ironiche ma anche ricche di azione e pathos adrenalinico, e soprattutto a tutti coloro che vorranno entrare in un mondo pericoloso e affascinante e festeggiare la vita brindando con un gruppo di amici indimenticabili, i Bastardi Galantuomini.
Vorrei spendere due parole sull’ambientazione. Che in parte è responsabile dello smarrimento che mi ha accompagnato all’inizio del racconto. L’ambientazione creta da lynch è qualcosa di completamente nuovo. Se per altri fantasy passiamo aggrapparci al mondo medievale o al mondo del passato e partire da lì, con questo libro non possiamo. Dobbiamo fare tutto noi..e spesso mi capitava di non riuscire a stare al passo con i nomi e le descrizioni che l’autore propone. Ha dato un nome a ogni dettaglio, dai mesi dell’anno alle varie parti della giornata, ai venti, alle malattie imperanti ai diversi dei etc..un mondo complesso, i cui ingranaggi si muovono alla perfezione senza incepparsi.
Lo stile è limpido e lineare, il ritmo sostenuto ma non precipitoso, si legge velocemente e nonostante il mio iniziale smarrimento, una volta che l’immaginazione riesce a prendere il passo con gli occhi che scorrono le parole, il mondo che si dispiega davanti è incredibile.Uno stile a tratti rude schietto, così come dev’essere la vita di coloro che scelgono la strada come maestra. 
Ho decisamente preferito le parti in cui si narrava dell’infanzia di locke e del suo addestramento con Padre Catena. Un altro dei personaggi che ho amato di più. E che incarna questa schiettezza.
Grande storia, ottimi personaggi.. Ma non sarebbe lo stesso libro meraviglioso se fosse stato scritto da un altro autore, ne sono sicura. Lo stile di Scott Lynch è qualcosa di memorabile, davvero!
Non è un libro per chi si scandalizza per un po’ (ehm, un bel po’! :D) di parolacce.. ma davvero, non l’ho sentito un libro volgare o con parolacce ‘gratuite’. In qualche modo, queste fanno parte della storia in maniera incredibile.. Le sento giustificate, insomma! Mi è capitato di storcere il naso in qualche libro per un uso gratuito e sconsiderato di volgarità.. Però davvero, ci stanno troppo bene! La realtà di Camorr in questo modo è esaltata in tutto il suo splendore. 
**Parentesi sull’ambientazione: M-E-RA-V-I-G-L-I-O-S-A. Scott Lynch descrive la città così bene che mi sembrava di essere lì, di sentirne gli odori, i rumori e vedere con i miei occhi tutte le numerosissime imperfezioni.
E poi il modo in cui descrive ogni dettaglio, facendo delle piccole introduzioni quando necessario.. E’ amore, davvero! Scott Lynch è doppiamente benedetto: ha fantasia e sa scrivere. GO for it, Scott!! 
(Si è capito che ho adorato il libro?!)

*citazioni*

“Rubo soltanto perché la mia povera cara famiglia ha bisogno di soldi per vivere!”
“Bugiardo!”
“Rubo soltanto perché questo mondo malvagio non mi permette di trovare un lavoro onesto!”
“Bugiardo!”
“Rubo soltanto perché devo mantenere quel povero pigrone del mio fratello gemello, la cui indolenza ha spezzato il cuore di nostra madre!”
“Bugiardo!”
“Rubo soltanto perché sono rimasto temporaneamente vittima di cattive compagnie”
“Bugiardo!”
“Rubo soltanto perché mi ci diverto un casino!”
“Bastardo!”

“A Camorr si dice che la differenza tra commenrcio onesto e disonesto è che, quando un affarista rovina qualcuno, non ha la cortesia di tagliarli la gola per concludere l’affare”

“«È lui il doktore. Io, la gente, son bravo solo a romperla; mica la rimetto insieme» si scusò Jean.

«No, mi sono ammalato dopo una battaglia.Qualcosa di più della solita cacarella e dei piedi indolenziti.Una febbre logorante. Non riuscivo a marciare e sembrava che stesi morendo, così mi hanno lasciato indietro…Me e molti altri.Affidati alle cure di certi sacerdoti itineranti di Perelandro»«ma non sei morto».«Sei in gamba, a dedurlo da prove tanto esili, dopo aver vissuto con me solo per gli ultimi tre anni»

«Quando non sai tutto quello che potresti sapere, è il momento buono per chiudere quella fottuta grancassa ed essere educato.»
«Perché, Locke Lamora, un giorno pranzerai con i baroni, conti e duchi. Pranzerai con mercanti, ammiragli, generali e signore d’ogni sorta! E quando avverrà…»Catena mise due dita sotto al mento di Locke sollevandogli il capo, per guardarlo negli occhi. «Quando avverrà, quei poveri idioti non avranno la più vaga idea di pranzare, in realtà, con un ladro.»

“Capisci come i nostri atti, che dall’esterno potrebbero sembrare puramente crudeli e ladreschi, sono in realtà in un certo senso opportuni, se li guardi nel modo giusto?”
Come ti chiami, ragazzo?» «Lamora.» «I tuoi genitori devono esser stati ben tirchi, a non darti altro che un cognome. Come altro ti hanno chiamato?» Il piccolo parve meditarci su molto intensamente. «Mi chiamo Locke, come mio padre.»

Se avesse uno squarcio sanguinante in gola e un doktore stesse cercando di ricucirlo, Lamora ruberebbe ago e filo e morirebbe ridendo. Ruba… troppo.» «Ruba troppo», ripeté il sacerdote Senzocchi. «Ruba troppo. Fra tutte le lagnanze, non avrei mai pensato di sentir questa da uno che 

«È una pena, a volte, questo fingere d'esser poveri.» Locke si guardava intorno sognante,

«Hai ragione come sempre, Jean. La cupidigia prima dell'immaginazione.

«A volte penso che tutta quanta la città è stata messa qui soltanto perché gli dei devono adorare il crimine. I borsaioli rapinano la gente comune, i mercanti rapinano chiunque riescano a infinocchiare, Capa Barsavi rapina i rapinatori e la gente comune, la piccola nobiltà rapina quasi tutti e il Duca Nicovante ogni tanto se ne scappa col suo esercito e rapina Tal Verrar o Jerem fino alle mutande, per non parlare di quello che fa ai suoi nobili e alla sua gente comune.» «Perciò noi saremmo i rapinatori dei rapinatori, che fingono di essere rapinatori che lavorano per un rapinatore di altri rapinatori», commentò Cimice.

«Pensate a quello che facciamo come, ah, una sorta di tassa segreta sui nobili con più denaro che prudenza.

«Guardie ubriache e barcollanti in pieno giorno, e guarda che cosa succede nel dannato distretto dei Templi mentre loro stanno a cazzeggiare…»

Don Lorenzo e «Mastro Eccari» si scambiarono ancora un po' di convenevoli; infine Galdo si lasciò infilzare dalla versione più educata possibile di un «Grazie, ma togliti dai coglioni».

«Dieci per il barile. E un altro per dimenticare tutta questa storia, eh?» «Santo demonio, la mia memoria dev'essere defunta, non mi ricordo per cosa mi state pagando.» «Brav'uomo.»

Be', diciamo che mi sono invitato a entrare, son saltato dentro uno e gli ho detto che se mi lasciava star lì e mi consegnava dopo Falsaluce ci sarebbero stati otto soloni per lui.» «Otto?» Calo si grattò il mento. «Quel bastardo sfacciato me ne ha appena chiesti dieci e ne ha avuti undici.» «Ah, be', non importa.» Cimice tossì. «Mi annoiavo a star seduto nel barile, così gli ho sfilato il borsellino. C'era dentro l'equivalente di due soloni in monetine di rame. Una parte l'abbiamo recuperata.» «Stavo per compatirti per aver passato mezza giornata in un barile, ma questa è stata una bella stupidaggine», disse Galdo. «Oh, avanti!» Cimice sembrava sinceramente ferito. «Lui crede che io sia stato nel barile per tutto il tempo, perché dovrebbe sospettare di me? E tu gli hai appena dato un mucchio di soldi, quindi perché dovrebbe sospettare di te? È perfetto! Locke lo apprezzerebbe.» «Cimice, Locke è nostro fratello e il nostro amore per lui non ha confini», replicò Calo. «Ma le tre parole più letali nella lingua Therin sono 'Locke lo apprezzerebbe'». «Uguagliate soltanto da 'Locke mi ha insegnato un nuovo trucco'», aggiunse Galdo. «L'unica persona che la passa liscia coi giochi di Locke Lamora…» «… è Locke…» «… poiché noi pensiamo che gli dei lo stiano conservando per una morte davvero grande. Una roba con coltelli e ferri roventi…» «… e cinquantamila spettatori acclamanti.» I fratelli si schiarirono la gola all'unisono.

«È stato un incidente», disse Locke infine. «Sono stati entrambi incidenti.» «Scusa? Devo averti sentito male.» Gli occhi di padre Catena si strinsero nel debole bagliore rosso della minuscola lampada di ceramica di Locke. «Giurerei che hai appena detto: 'Buttami dal parapetto, sono un piccolo casinista inutile e sono pronto a morire in questo stesso istante'.»

Locke tornò a osservare i ballerini con le funi, sentendo con loro una strana affinità. Non erano i soli ad avere un'ampia occasione di incasinare una delicata pubblica messa in scena, quella mattina.

Se il Don ne fosse stato al corrente, di lì a un paio di secondi Conté avrebbe tentato di inchiodarlo al tavolo con i suoi stiletti. E Jean avrebbe tirato fuori le asce che aveva nascosto sotto la parte posteriore della casacca, e sotto il tendone di seta tutto il gruppetto si sarebbe trovato molto, molto a disagio: un piano saltato non era mai una cosa simpatica.

«Che c'è? Arrabbiato? Diamine, sì, è logico… Arrabbiato di aver incasinato tutto. Di non essere in gamba quanto pensi. Arrabbiato che gli dei abbiano dato a tanta altra gente lo stesso tipo di cervello che hanno dato a Locke Lamora. Che porcata, eh?»

«Che tipo di coltello è questo?» Locke sollevò un utensile arrotondato per imburrare, mostrandolo a Catena. «È tutto sbagliato. Non si può uccidere nessuno, con questo.» «Be', non molto facilmente, te lo garantisco, ragazzo mio.» Catena guidò Locke nella collocazione del coltello da burro e di piattini e scodelle assortiti. «Ma, quando l'alta società si riunisce a cena, è scortese far fuori la gente con qualcosa che non sia veleno. Quell'affare serve a raccogliere il burro, non ad affettare trachee.»

«Uno degli affaroni speciali del tuo vecchio padrone. Dotata, ragazzo mio, dotata, come siete voi, di un talento preternaturale per irritare gli altri.» «È di noi che sta parlando», affermò Calo. «Ben presto sarai compreso anche tu», sorrise Galdo. «Silenzio, imbecilli.» Catena versò uno schizzo di vinomercurio nel bicchiere di Locke, e glielo restituì.

Che cosa dannatamente stupida, sconsiderata, idiota e ridicola! Non ho parole per esprimere la mia ammirazione.»

«Se metti il cervello di Durant in un ditale pieno d'acqua, sembrerà una nave sperduta in mezzo al mare», commentò Jean.
In una battaglia leale, quasi certamente l'uomo del Don avrebbe dipinto i muri col sangue di Calo e Locke, dunque era ragionevole che quella battaglia fosse la più sleale possibile.

«Per il bene della mia educazione morale, immagino.» «No, stavolta sto davvero facendo solo il bastardo scansafatiche», rispose Locke.

«Per amor mio… Be', assecondalo e basta. Fallo contento, hai capito?» «Nessun garrista che ami la vita ha mai provato a fare altrimenti. Credi che io sia il tipo da arrivare, in un giorno come questo, e strattonargli i calzoni di proposito? Se tuo padre dice 'Abbaia come un cane', io chiedo: 'Di che razza, Vostro Onore?'»

Cominciamo a traballare, d'accordo? dissero le ginocchia di Locke, ma a quella offerta seguì una controproposta da parte del suo buonsenso: restare semplicemente immobili e non fare nulla, come uno che cammina nell'acqua e vede un'alta pinna nera venirgli dritto incontro.

Ed ecco perché, quando ti trovi faccia a faccia con uno di loro, ti inchini fino a grattar la terra e badi bene a dire 'Signore' e 'Signora'.» …
 «Bell'uccello, stronzo», disse Locke. Il Mago dell'Alleanza lo fissò con freddezza, perplesso.

«Scusami», disse Jean. «Spero di non averti fatto troppo male.» «Non occorre che ti scusi», borbottò Locke. «Me lo meritavo davvero, credo.» «La minaccia di uno stomaco vuoto fa presto a riaccendere la saggezza.» Catena sogghignò. «Le avversità sono capricciose, Locke. Non si sa mai quale particolare qualità in te o in un altro ti permetterà di superarle. Per esempio, alzate la mano se per caso il vostro cognome è Sanza.» Calo e Galdo obbedirono, un po' esitanti. «Tutti quelli che si chiamano Sanza possono unirsi al nostro nuovo fratello a cena, stasera», dichiarò Catena. «Mi piace un sacco essere usato come esempio!» disse Galdo.

Sparale bene, le tue stronzate, pensò, sparale molto bene.

«Perché il Re Grigio avrebbe ucciso Nazca?» «Per ottenere l'attenzione del Capa.» Locke sospirò. «Per spaventarlo, cosa che di certo non gli è riuscita, o per farlo incazzare al di là di ogni umano limite, cosa che gli è riuscita.»


Potremmo comprare titoli a Lashain; facciamo conte Cimice e ci sistemiamo come suoi domestici.» «O facciamo conti noi stessi e sistemiamo Cimice come nostro domestico», lo corresse Calo. «Lo facciamo correre avanti e indietro. Sarebbe ottimo per la sua educazione morale.»

«Disonesto Tutore», disse Locke alla stanza vuota. «Se ti ho fatto incazzare per qualche ragione, non c'è bisogno di farla tanto complicata per castigarmi. E se non ti ho fatto incazzare, be', prego che tu continui a trovarmi divertente.»

«Ho bisogno di te», disse il Falconiere. «Ma ti voglio mansueto e grato della mia sopportazione. I tuoi amici sono un'altra faccenda. Vuoi che faccia questo a Cimice, mentre tu guardi? O che lo faccia ai Sanza?» «No… ti prego, no», gridò Locke, rattrappito dallo strazio, le mani premute sulla sinistra del petto. Si ritrovò a strapparsi la tunica, pazzo di dolore come un animale. «Loro no!»

«Pare che la pozioncina di Jessaline abbia riportato su tutti i miei pasti degli ultimi cinque anni», disse Locke. «Non mi resta altro da sputare se non l'anima nuda e cruda. Accertati che non stia navigando in uno di quelli, prima di buttarli via, eh?» Le mani gli tremavano mentre sbriciolava nella brocca la corteccia secca di pino di Somnay; non se la sentiva di perder tempo con un'infusione come si deve. «Mi pare di vederla», disse Jean. «Ed è un brutto affarino storto; stai meglio senza, lasciamo che si perda in mare.»

«Ma non sei morto.» «Sei in gamba, a dedurlo da prove tanto esili, dopo aver vissuto con me solo per gli ultimi tre anni.»

«Giustificato», gorgogliò Cimice. Il sangue gli scorreva dagli angoli della bocca. «Sono… non un secondo? Non… apprendista? Un vero Bastardo Galantuomo?» «Non sei mai stato un secondo, Cimice. Non sei mai stato un apprendista.» Locke singhiozzò.

«Vi prometto un'offerta di morte, fratelli», mormorò Locke dopo aver finito. «Vi prometto un'offerta che gli dei terranno in considerazione. Un'offerta che farà sembrare poveracci gli spettri di tutti i Duchi e i Capa di Camorr. Un'offerta in sangue, oro e fuoco. Lo giuro su Aza Guilla che ci unisce, e su Perelandro che ci ha dato rifugio, e sul Disonesto Tutore che posa il suo dito sulla bilancia quando le nostre anime sono pesate. Lo giuro a Catena, che ci ha tenuti al sicuro. Imploro il perdono per non essere riuscito a fare altrettanto.» Locke si costrinse ad alzarsi e rimettersi al lavoro.

«Vuoi vivere?» domandò Locke. L'assassino non disse nulla. «Era una domanda semplice, e non la ripeterò più. Vuoi vivere? «Io… sì», rispose l'uomo, a bassa voce. «Allora ho il piacere di negarti la tua preferenza.» Locke si inginocchiò accanto a lui, cercò sotto la propria camicia e tirò fuori un sacchetto di pelle che aveva appeso al collo con uno spago.

«Quando vedrai il Disonesto Tutore, digli che Locke Lamora è lento a imparare, ma impara bene. E, quando vedrai i miei amici, di' loro che ce ne sono altri come te, in arrivo.»

«Da' retta a Mastro Ibelius, Locke, e smettila di fare il muso.» Jean gli diede una pacca sulla spalla. «Prendila come un'occasione di esercitare la mente. Raccoglierò tutte le altre informazioni che posso, sarò il tuo braccio. Dammi un piano per fare lo sgambetto a quello stronzo, e io lo spedisco all'inferno. Per Calo, Galdo e Cimice.»

«Se ce la faccio a muovermi, credo che prenderò sette od otto corone e andrò giù in città domani, allora.» «Giù in città? Hai un piano?» «No, neanche l'ombra. Non ne ho la più stramaledetta idea. Ma non cominciano così tutti i miei progetti migliori? Troverò un'apertura, in qualche modo… E poi mi butterò a capofitto, immagino.»

A Camorr si dice che la differenza tra commercio onesto e disonesto è che, quando un affarista onesto rovina qualcuno, non ha la cortesia di tagliargli la gola per concludere l'affare.


Sette corone di ferro bianco, otto tirinni d'oro e qualche solone d'argento tintinnavano nel portamonete di Locke. Era completamente disarmato. Aveva soltanto una vaghissima idea di quello che avrebbe fatto o detto se il suo incertissimo piano fosse andato storto. «Disonesto Tutore, entrerò in questa casa di credito e ne uscirò con quanto mi occorre. Gradirei il tuo aiuto. E, se non me lo darai, va' pure al diavolo. Uscirò con quello che mi serve, comunque.»

«Ne hai di faccia tosta, a fare la parte di un sacerdote di Aza Guilla», osservò l'altra. «Chiedo scusa? Voi stavate per uccidere un sacerdote di Aza Guilla.» «Sì, be', pare che tu ci abbia salvato da quel particolare sacrilegio, no?» «Molto opportuno», disse l'altra sorella. «Non mi sarei mai sognata che fosse così facile.»

«Stai sanguinando parecchio, Tannen. Non sopravvivrai a questa notte, bastardo fottuto.» «Bastardo Galantuomo, vuoi dire. È possibile che sia vero. Ma sai una cosa? Calo e Galdo Sanza stanno ridendo di te, troia.»

«Sono la cautela fatta persona.» «Ohibò, se così stanno le cose, mi auguro di non incontrare mai l'avventatezza fatta persona.» «Ibelius, lascialo in pace», gemette Jean. «Lo stai assillando senza prima aver avuto la decenza di sposarlo.»

«Questi doktori sono una comodità, ma credo che la prossima volta dovremmo pagare un sovrappiù per la versione silenziosa, Jean».

«Disonesto Tutore», sussurrò Locke. «Lo farò, ma l'unica cosa che ti chiedo, l'unica fottuta cosa, è che quando sarà finito mi farai dimenticare. Mi ruberai questo ricordo dalla testa. E, finché avrò respiro, non salirò a più di un metro da terra. Sia lode a te.»

«I Bastardi Galantuomini non si abbandonano tra loro, e non fuggiamo quando abbiamo una vendetta da compiere.»

«Fine del discorso, Jean; sei ridotto troppo male per essere d'aiuto. Io sono sano, sono arrabbiato e sono ovviamente pazzo. Potrebbe succedere qualunque cosa. Ma devo andare, ora.» Locke strinse la mano a Jean, andò alla porta, si voltò. «Taglia la lingua a questo fottuto bastardo.» «Hai promesso», strillò il Falconiere. «Hai promesso!» «Non ti ho promesso un cazzo. Ai miei amici morti, invece… A loro ho fatto certe promesse.»

«Ma avreste potuto accontentarvi del semplice furto», disse Locke. «Avrei dato tutto per tenere in vita Calo, Galdo e Cimice. Avrei dato tutto, se voi me l'aveste presentata così.»

«Quale ladro non combatte per tenere quello che ha?» «Uno che ha qualcosa di meglio», rispose Locke. «A noi interessava di più rubare che tenere; se tenere fosse stato tanto bello, avremmo trovato qualche maniera di usarla, tutta quella fottuta

«Sicché questa è la vendetta», bisbigliò Locke. «Già», sussurrò Jean. Dopo qualche istante, nuove lacrime bagnarono gli occhi di Locke, che li chiuse e scosse la testa. «È una merda.»

«Un giorno, Locke Lamora, combinerai un casino così superbo, così ambizioso, così travolgente che il cielo si illuminerà, le lune gireranno e gli dei stessi cacheranno comete con gioia. E spero solo di essere ancora in circolazione per vederlo.» «Oh, per piacere. Non succederà mai», dichiarò Locke.

«Jean, tu sei un amico migliore di quanto avrei mai potuto immaginare prima di conoscerti; ti devo la vita tante di quelle volte che ho perso il conto. Preferirei morire io, piuttosto che perderti. E non soltanto perché sei tutto ciò che mi resta.»

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"I colori della nebbia" di Mary & Frances Shepard

SEGNALAZIONE "I COLORI DELLA NEBBIA" DI MARY & FRANCES SHEPARD

Buongiorno carissimi lettori del blog! Oggi sono in vena di romanticherie e voglio cominciare la giornata parlandovi di un'interessante opera d'esordio di due giovani autrici mantovane che rientra proprio nel genere romance. Io adoro questa sezione della letteratura, in particolare il romance storico, è una delle mie preferite e trovo sia una tipologia di romanzi che racchiude storie ricche di emozioni e molto coinvolgenti. E voi? Amate questo tipo di storie e vi piace immergervi in atmosfere magiche dove l'amore è al centro della narrazione?
Ma basta con i convenevoli, andiamo a scoprire qualcosa in più su questo bel romanzo!

I colori della nebbia

Se siete delle inguaribili romantiche come me, o se vi piacciono gli intrecci in cui si mescolano amore, storia e mistero, o ancora se amate rilassarvi leggendo pagine ricche di sentimento, allora aprite bene le orecchie perché quello di cui vi parlo oggi è il libro che fa per voi.
"I colori della nebbia" di Mary & Frances Shepard è un romanzo intenso, dove un meraviglioso sfondo storico si intreccia sapientemente e con eleganza ad una storia d'amore e passione in cui non mancano misteri e sorprendenti colpi di scena. Romanzo d'esordio di Mariachiara Cabrini e Francesca Cani, le talentuose e giovani autrici che si nascondono sotto gli pseudonimi raffinati di Mary & Frances Shepard, questo romance dal sapore rivoluzionario ha tutte le carte in regola per essere una lettura emozionante e densa di sentimento.
Protagonista delle vicende, ambientate in un'affascinante Mantova ottocentesca, è Matilde Vicolini. La fanciulla si è trovata coinvolta in una faccenda alquanto brutale e ora sta tentando di tornare alla normalità. È stata testimone di un delitto e la sua vita ha subito immediatamente una brusca svolta che ha minato la serenità della sua giovane esistenza. Ad intervallare i suoi turbamenti c'è, fortunatamente, l'imminente arrivo dell'Imperatore d'Austria, e la buona società della città è su di giri per la regale visita. Così, quando ad un ballo Matilde incontra l'ufficiale austriaco William Roschmann, nonostante le numerose preoccupazioni dovute all'orribile esperienza che ha vissuto, non può far a meno di innamorarsi di lui e di lasciarsi trasportare dai sentimenti che abitano il suo cuore. Ma il destino non ha ancora finito con lei e tra misteri da risolvere, complotti, idee rivoluzionarie e minacce alla sua vita, la fanciulla dovrà far fronte ad una situazione decisamente pericolosa e cercare di difendere il suo amore a tutti i costi...
Già dalla trama di questo avvincente libro, si intuisce la cura per i particolari delle autrici e il loro intento di donare al romanzo un'accurata e affascinante ricostruzione storica in cui far muovere i personaggi partoriti dalla loro penna. L'intreccio, inoltre, si preannuncia molto complesso e articolato, ricco di avventura e magia, e ne sono rimasta subito ammaliata. Se amate il romance storico, mi raccomando, non perdetevi l'uscita ad Ottobre 2013 (ma sul sito della Harlequin è già disponibile) de "I colori della nebbia", un libro che -sono sicura- sarà in grado di emozionarvi e farvi battere il cuore!


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Titolo: I colori della nebbia
Autore: Mary & Frances Shepard
Editore: Harlequin Mondadori
Collana: I Grandi Romanzi Storici n°892
Prezzo: € 6.00 (brossura)
Pagine: 320 p.
Genere: Romanzo
Sottogenere: Romance, Storico
Anno di pubblicazione: 2013

Trama
1815. Mantova, stretta nella morsa del nebbioso autunno, non è più un luogo sicuro per Matilde Vicolini. Dopo essere stata testimone di un orribile delitto, la giovane cerca di farsi forza e tornare a vivere, ma la strada per riconquistare la serenità è ancora lunga. La buona società è in fermento per la visita dell’Imperatore d’Austria, e quando la giovane incontra William Roschmann, a un ballo, ogni sua certezza vacilla. William è un ufficiale austriaco, ferito nel corpo e nell’anima durante la battaglia di Austerlitz. Fra loro è subito passione, ma una serie di attentati minaccia la vita di Matilde e ogni promessa di felicità sembra svanire. Fra complotti, delitti e il nascente fervore indipendentista che attraversa la città, riuscirà il coraggio di un uomo a mantenere la pace nel Lombardo-Veneto? E l’amore di Matilde sopravvivrà alle tenebre?

Le autrici
Mary e Frances Shepard (alias Mariachiara Cabrini e Francesca Cani), sono amiche e accanite lettrici, si sono conosciute alla facoltà di Storia dell’arte dell’Università di Verona e da allora hanno condiviso la passione per il genere romance e per la scrittura. Vivono e lavorano a Mantova. I colori della nebbia è il loro romanzo d’esordio.

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Il diario di Isabel

RECENSIONE "IL DIARIO DI ISABEL" DI ISABEL C. ALLEY

Buona sera amici! Eccomi di nuovo qui a parlarvi delle mie ultime letture ^-^.
Ho finito da qualche tempo (anzi, tantissimo) di leggere "Il diario di Isabel", conturbante romanzo dell'italiana Isabel C. Alley di cui vi avevo già parlato (qui la mia segnalazione) e che ha conquistato tantissime lettrici - io sono una di quelle! Il libro, dai contenuti fortemente adult, mescola vampiri, cacciatori, sangue, amore e lussuria e lo fa in un modo decisamente coinvolgente, quindi se amate questo genere di storie ve lo consiglio. Vi ricordo, inoltre, che l'autrice ha scritto anche uno spin-off intitolato "Come into my wonderland" (qui la mia segnalazione), che vede Isabel alle prese con il vampiro più temuto della zona: l'affascinante e pericoloso Lorenzo Ferranti. 
Ringrazio l'autrice per avermi gentilmente inviato il romanzo e avermi dato la possibilità di scoprire la sua bellissima opera urban fantasy, ma soprattutto per aver avuto la pazienza di aspettare veramente tanto per la mia recensione.

Titolo: Il diario di Isabel
Autore: Isabel C. Alley
Editore: youcanprint ; Amazon
ISBN: 9788891108180
Prezzo: € 18.00 (cartaceo); € 1.99 (ebook)
Pagine: 442 p.
Genere: Romanzo
Sottogenere: Adult, Urban Fantasy, Paranormal Romance
Anno di pubblicazione: 2012

Trama
Un ragazzo può vestire tante maschere, nel corso del tempo. Può mostrarsi come uno studente universitario, di cui poco conosci e di cui nulla vuoi approfondire. Può diventare un vicino di casa enigmatico, a tratti oscuro nelle attenzioni che rivolge all’improvviso nei tuoi confronti. Ma poi la maschera cade e il ragazzo si rivela essere uno spietatoaguzzino, a cui poco importa del mondo se non del proprio personale divertimento.
Quando lo vedevo tra i suoi amici, lontano anni luce dal mio interesse, non avrei mai potuto immaginare la verità su Andrea. L’ho compresa solo quando lui si è presentato davanti a me con il suo modo spietato, assetato del mio sangue e della mia ingenua passione.
Mi sono lasciata sottomettere, nella speranza che il destino avesse pietà di me. Ma Andrea, quel demone vestito di perfezione, ha fatto della mia vita un giocattolo per il suo piacere. Ha compiuto atti imperdonabili e mi ha fatto aprire gli occhi su un mondo notturno di magia e orrore, di vampiri lussuriosi ed egoisti.
Potevo abbandonarmi alla disperazione, ma ho scelto di reagire. Ora esigo vendetta. Voglio riscattare la mia libertà, voglio riprendermi il cuore e la vita che Andrea mi ha rubato, distrutto e gettato al vento.
Questa è la storia di una cacciatrice.
Questa è la storia di Isabel Cariani.

Il mio voto

La mia recensione

Il diario di Isabel”, romanzo d’esordio dell’autrice italiana che si nasconde sotto lo pseudonimo di Isabel C. Alley (nome che condivide con la sua eroina), è una vera miscela di sensualità e azione, combinata ad una massiccia dose di mistero e adrenalina e ad una spruzzata di romanticismo che insieme conferiscono alla storia un tono oscuro e sexy. Sono rimasta sinceramente colpita da questa prima opera dedicata alle avventure di Isabel e durante la lettura sono stata risucchiata da un vortice talmente intenso di emozioni, positive e negative, da non riuscire a staccare gli occhi dalle pagine di questo stupefacente diario.
Isabel Cariani è una studentessa universitaria che vive con l’amica Susy in una città lontana dal loro paese d’origine. Si sono trasferite lì per seguire le lezioni e, insieme ad altri amici, frequentano con tranquillità il loro corso di laurea. Isabel ha una vita piacevole: un ragazzo a cui è molto affezionata e di cui, nonostante la distanza geografica che li separa, può fidarsi, un percorso scolastico che le piace, amici simpatici e gioviali…insomma, un’esistenza serena e invidiabile. Tutto cambia, però, quando attira l’attenzione di Andrea, uno strano ragazzo dall’aspetto quasi angelico e dalla personalità enigmatica, che lei conosce di vista perché frequenta il suo stesso corso. Complice un compito da svolgere a coppie che è di significativa importanza per prendere un bel voto, i due si ritrovano a dover passare del tempo insieme per portare a termine il lavoro che gli è stato assegnato e scoprono di essere vicini di casa; il giovane infatti abita nello stesso stabile, precisamente nell’appartamento che si trova al piano superiore. Nonostante la sua ribellione nei confronti dei sentimenti e delle emozioni che nascono in lei, Isabel comincia a sentirsi attratta da Andrea in un modo torbido e totalizzante, quasi un’ossessione che le cattura il corpo e la mente. Prova affetto per Fabrizio, il suo ragazzo, ma nello stesso tempo non può fare a meno di lasciarsi trascinare dallo sguardo intenso del suo compagno di studi. Un sentimento che non riesce bene a definire. Amore? Infatuazione? Attrazione fisica? La confusione invade la sua testa e, nonostante le resistenze, cede alle lusinghe di Andrea, instaurando con lui una relazione fisica a cui non riesce a sottrarsi.
Delusa e arrabbiata con sé stessa per la condotta nei confronti di Fabrizio e incapace di opporsi al fascino che Andrea esercita su di lei, la ragazza cade in uno stato di inquietudine da cui non può riemergere. Una sera, tuttavia, scopre casualmente che l’oggetto della sua ossessione non è un ragazzo normale, ma un vampiro che si nutre del sangue umano. Incredula e ferita, in seguito ad alcuni importanti e tristi eventi che porteranno alla partenza di Andrea dalla città, Isabel giura a sé stessa di vendicarsi di quell’essere spregevole che l’ha resa schiava e di seguire il suo intento a tutti i costi. Dopo aver conosciuto Stephan, assistente di un suo professore che cela una doppia identità e che le offre il suo aiuto per risolvere il problema con Andrea, si unisce alla Vampire Hunters, un’organizzazione che si occupa di dare la caccia a creature soprannaturali e di proteggere coloro che richiedono la loro assistenza. Così inizia per Isabel la sua vita da cacciatrice di vampiri...
Ho apprezzato davvero tanto la storia creata da Isabel C. Alley. È scritta bene, è ricca di colpi di scena ed è particolarmente coinvolgente. Sono tanti gli elementi di cui voglio parlare, quindi procederò per gradi. Prima di tutto, voglio spendere due parole per la forma. Questo è un libro autopubblicato, eppure l’editing è curato talmente bene che non si nota; pochissimi refusi e tutti ampiamente sormontabili, scrittura omogenea e corretta, buon uso della lingua italiana. Sono rimasta decisamente soddisfatta dalla lettura di un testo così ben rifinito; vuol dire che l’autrice si è soffermata attentamente sulla forma da dare al suo manoscritto e ha fatto un ottimo lavoro di revisione.
Lo stile di Isabel è lineare e semplice, descrittivo quando serve e più ritmato nei momenti di azione. Il romanzo è scritto sotto forma di diario, quindi si viene a conoscenza dei fatti accaduti alla protagonista attraverso il suo resoconto. Inizialmente questo fattore ha reso la mia lettura un po’ distaccata perché non ho letto molti romanzi del genere e avevo la sensazione che ci fosse qualcosa di strano, ma dopo poche pagine mi sono abituata a questa modalità di narrazione e la storia è scivolata davanti ai miei occhi sempre più velocemente. Un elogio particolare va assolutamente fatto all’autrice per la sua capacità di scrivere scene sensuali in modo così vivido e dettagliato, soffermandosi sui momenti di intimità che vive la protagonista e descrivendo ogni sua sensazione, ogni sua reazione, con un erotismo estremo ma mai volgare. Sono molte le parti dedicate al sesso, soprattutto quando c’è in scena Andrea, ma non solo…il mondo notturno creato dalla penna della Alley è molto lussurioso e i vampiri sono dediti alla lascivia e al sangue, ma questi momenti non rallentano la narrazione né la rendono più pesante, anzi conferiscono al romanzo un pizzico di pepe e, soprattutto, anche autenticità perché i vampiri sono tra le figure fantasy più lussuriose e avere a che fare loro significa addentrarsi in una realtà fatta di violenza, sangue e passione fisica. In un libro non mi piace trovare un alto tasso di contenuti erotici, ma in questo caso non mi hanno infastidito per niente perché sono gestiti con eleganza e spesso sono anche funzionali all’intreccio
La trama è semplice ma anche ricca di eventi che si snodano lentamente, senza precipitazione, anche se con costanza. Infatti, c’è sempre qualche novità che scombussola la vita di Isabel e di conseguenza il lettore, quindi è impossibile annoiarsi o perdere interesse verso le vicende in cui si trova coinvolta la protagonista. Il romanzo è abbastanza sostanzioso, eppure ogni volta che ci si trova a leggere il resoconto delle giornate della ragazza si fa avanti un nuovo elemento, un colpo di scena inaspettato oppure un’evoluzione psicologica di uno dei personaggi. Questo è un aspetto della struttura narrativa che mi colpito perché già è difficile scrivere un romanzo sotto forma di diario, ma donare alla storia un susseguirsi continuo di sorprese in questa inusuale modalità di racconto è ancora più impegnativo. È stata una scelta perfetta. Dare un taglio dinamico al diario ha contribuito a non appesantire la storia e Isabel C. Alley ha avuto un intuito impeccabile a trovare un modo così coinvolgente di raccontare gli avvenimenti.
I personaggi del romanzo sono ben caratterizzati e variegati. Isabel è il personaggio più approfondito visto che si segue il suo punto di vista e il lettore ha la possibilità di entrare nella sua testa e conoscerne ogni pensiero ed emozione. Non ho condiviso molti dei suoi comportamenti e delle sue scelte, a volte l’ho trovata un po’ contraddittoria e troppo insicura, ma è una figura che ho apprezzato. Andrea, il vampiro, è forse il carattere che viene esplorato con più realismo e ho trovato il suo modo di fare perfetto per un assassino spietato; è gelido, sicuro, sadico, spesso agghiacciante, totalmente menefreghista, ma anche tanto immaturo. Non si può certo dire che abbia un’anima! Stephan, invece, è completamente diverso: altruista, attento, gentile…sono stata contenta della sua entrata in scena! Ma anche questo ragazzo ha un lato oscuro, nasconde un segreto, e spesso il suo atteggiamento è indecifrabile, ma se si sta attenti ai particolari disseminati qui e lì si intuisce il perché. Tra quelli secondari ho adorato Jacopo (detto Jack), uno degli agenti della Vampire Hunters, perché ha portato una ventata di divertimento e leggerezza in un ambiente altrimenti molto serio e teso (atmosfera dovuta non tanto ai pericolosi compiti che vengono svolti ma alle personalità sempre abbastanza ombrose e introverse dei personaggi che la popolano). 
L’amore è trattato in vari modi. Isabel prova prima il tranquillo e adolescenziale fidanzamento con Fabrizio, poi l’ossessione, quasi un amore-odio, verso Andrea, che essendo una creatura soprannaturale riesce a controllarle e ad influenzarle la mente, infine il profondo, adulto e totalizzante sentimento per Stephan. All’inizio si fa la conoscenza di una Isabel serena, affezionata al proprio ragazzo, che pensa di amare, ma poi le cose cambiano e si evolvono ed è stato interessante vedere il percorso emotivo che svolge la giovane donna. L’autrice è stata veramente brava a descrivere l’ossessione e la dipendenza che Isabel sviluppa per Andrea e la poca comprensione che la ragazza ha della situazione mentre la vive. Sono pagine morbose, dense di fascino sensuale, e anche confuse perché metafora del suo tumulto interiore. In più sono stata contenta di vedere che la relazione non altera i ruoli e mantiene intatto l'animo crudele di Andrea. È palese e marcata la differenza tra il vampiro e l'umana; finalmente una storia in cui il vampiro cattivo rimane vampiro cattivo che, pur potendo amare, non è in grado di farlo perché la sua natura glielo impedisce. La storia con Stephan, invece, è molto più matura e sana, anche se non mancano i misteri; mi è piaciuta e ho tifato per essa. 
La parte che più mi ha interessato e coinvolto, però, è stata quella dedicata alla Vampire Hunters. Ecco, quando la protagonista comincia ad addentrarsi in questa nuova realtà, la storia diventa molto più incalzante e avvincente. Questa organizzazione rappresenta una via d’uscita per Isabel, una forma di riscatto dopo la brutta esperienza con Andrea, e si assiste ad un’evoluzione. È uno stimolo per lei, ma è uno stimolo anche per il lettore che si trova improvvisamente coinvolto in un ambiente dove l’adrenalina, l’azione e il coraggio la fanno da padrone. Avrei voluto che fosse dedicato più spazio a questo aspetto della trama, che la storia vertesse maggiormente sulle vicende investigative, ma capisco che c’erano troppi elementi a cui dare risposta in questo volume e la crescita e il mutamento psico-emotivi di Isabel avevano la precedenza sul resto.
Il romanzo mi ha conquistato e affascinato perché è una lettura intrigante e appassionante. Gli unici elementi che non hanno riscosso il mio favore sono tutti molto soggettivi. L’atmosfera descritta dall’autrice, ad esempio, è perfetta per il romanzo, ma non fa proprio per me e spesso mi sono ritrovata a sentirmi un po’ soffocata da quell’ambiente così freddo, ho quasi sviluppato per l’ambientazione lo stesso amore-odio che Isabel nutre per Andrea! E poi mi sarebbe piaciuto vedere di più Isabel alle prese con la sua attività di cacciatrice che con le relazioni amorose e i relativi problemi, nonostante abbia apprezzato le vicende puramente personali.
In definitiva, “Il diario di Isabel” è un bel romanzo d’esordio, intenso, avvincente, conturbante e intriso di mistero, che sono sicura piacerà a coloro che amano le storie urban fantasy con una marcata impronta di sensualità!

                                                                                                                                                  Monia Iori